Immaginate un’azienda
Immaginate un’azienda che produce capi alla velocità della luce: benvenuti nel fast fashion. O pronto moda, come si dice in italiano.
Immaginate un'azienda che si pone obbiettivi ambiziosi:
Non parlo del sito internet-vetrina o del modulo di vendita online che oggi si trova in commercio anche a 600 euro.
Qui secondo me i tuttologi partirebbero già tagliati fuori, perchè intendo il web come colonna portante della supply chain. E lo intendo grazie all'esperienza sul campo.
Il web come colonna portante della supply chain
Esperienza, intuito, piani industriali accurati e capacità di raccogliere gli stimoli del mercato sono elementi fondamentali per un'azienda produttrice di fast fashion, ma non si può prescindere da una gestione informatica innovativa e precisa.
Una piattaforma web-based in questo caso è fondamentale per la fruizione in mobilità e la raccolta dei diversi dati di vendita (come ad esempio gli ordini dal sito di e-commerce B2B) in modo snello e veloce.
Mi piace pensare - come già ho potuto toccare con mano sul campo - che questi processi innovativi della supply chain possano essere gestiti e guidati da figure professionali specializzate e motivate: una sorta di store manager con l’aggiunta di elementi tipici del business analyst e del digital strategist.
L'importanza della Business Intelligence
Qualunque programma si decida di utilizzare, sviluppato ad hoc o meno, è importante effettuare attività di Business Intelligence confrontando prima di tutto una situazione di dettaglio (singolo negozio, capo o famiglia di capi) rapportata a quella delle vendite dell'intera azienda.
In questo modo l’occhio esperto dell’operatore riesce a gestire al meglio il processo di approvvigionamento dei punti vendita, eliminare quanto prima eventuali prodotti non venduti, dare indicazioni alla produzione ed elaborare una vera e propria strategia commerciale: il prodotto ad esempio potrebbe transitare in diversi punti vendita prima di trovare la sua collocazione ideale.
In pratica si metterebbe in condizioni il business analyst di avere sempre il polso del mercato. Sempre che sia sveglio, s'intende ;)
Nei confronti del cliente multimarca potrebbe avere addirittura un ruolo di business-guide: la conoscenza e l'elaborazione dei Big-Data sarebbero di orientamento per realtà più piccole (ad esempio i negozi di provincia) la cui conoscenza delle tendenze e del mercato del fashion è per forza circoscritta a livello locale.
B2C: un canale naturale per i big data
Avere tutti questi dati su piattaforma cloud sicura e protetta sarebbe interessante anche nell'ottica di dare servizi all'utente finale, alcuni facilmente proponibili sotto forma di app:
Il fast fashion è tagliato per internet
Insomma, al netto delle possibili oscillazioni del mercato, il fast fashion pare proprio tagliato per internet e destinato a creare figure professionali innovative.
Lo richiede la velocità della catena di supply chain, l'importanza di elaborare informazioni dati storici ai fini della produzione e la necessità generale di sbagliare il meno possibile in un mercato complesso e sempre in evoluzione, dove un domani alla saturazione dei "big" potrebbero corrispondere interessanti prospettive per aziende emergenti.
Fino ad ora le aziende hanno pensato a raccogliere i Big Data: adesso è necessario imparare a leggerli. Alcune di esse hanno già iniziato a farlo. Eccome!
MB
Immaginate un’azienda che produce capi alla velocità della luce: benvenuti nel fast fashion. O pronto moda, come si dice in italiano.
Immaginate un'azienda che si pone obbiettivi ambiziosi:
- cercare di avere basse rimanenze di magazzino;
- guidare i propri clienti (buyer e commercianti) negli acquisti, data l'offerta variegata di prodotti;
- rifornire con i bestseller gli eventuali monomarca in Italia e all’estero;
- sbagliare il meno possibile nei tre punti precendenti.
Non parlo del sito internet-vetrina o del modulo di vendita online che oggi si trova in commercio anche a 600 euro.
Qui secondo me i tuttologi partirebbero già tagliati fuori, perchè intendo il web come colonna portante della supply chain. E lo intendo grazie all'esperienza sul campo.
Il web come colonna portante della supply chain
Esperienza, intuito, piani industriali accurati e capacità di raccogliere gli stimoli del mercato sono elementi fondamentali per un'azienda produttrice di fast fashion, ma non si può prescindere da una gestione informatica innovativa e precisa.
Una piattaforma web-based in questo caso è fondamentale per la fruizione in mobilità e la raccolta dei diversi dati di vendita (come ad esempio gli ordini dal sito di e-commerce B2B) in modo snello e veloce.
Mi piace pensare - come già ho potuto toccare con mano sul campo - che questi processi innovativi della supply chain possano essere gestiti e guidati da figure professionali specializzate e motivate: una sorta di store manager con l’aggiunta di elementi tipici del business analyst e del digital strategist.
L'importanza della Business Intelligence
Qualunque programma si decida di utilizzare, sviluppato ad hoc o meno, è importante effettuare attività di Business Intelligence confrontando prima di tutto una situazione di dettaglio (singolo negozio, capo o famiglia di capi) rapportata a quella delle vendite dell'intera azienda.
In questo modo l’occhio esperto dell’operatore riesce a gestire al meglio il processo di approvvigionamento dei punti vendita, eliminare quanto prima eventuali prodotti non venduti, dare indicazioni alla produzione ed elaborare una vera e propria strategia commerciale: il prodotto ad esempio potrebbe transitare in diversi punti vendita prima di trovare la sua collocazione ideale.
In pratica si metterebbe in condizioni il business analyst di avere sempre il polso del mercato. Sempre che sia sveglio, s'intende ;)
Nei confronti del cliente multimarca potrebbe avere addirittura un ruolo di business-guide: la conoscenza e l'elaborazione dei Big-Data sarebbero di orientamento per realtà più piccole (ad esempio i negozi di provincia) la cui conoscenza delle tendenze e del mercato del fashion è per forza circoscritta a livello locale.
B2C: un canale naturale per i big data
Avere tutti questi dati su piattaforma cloud sicura e protetta sarebbe interessante anche nell'ottica di dare servizi all'utente finale, alcuni facilmente proponibili sotto forma di app:
- app/sito info-commerce per rispondere ad una domanda frequente del consumatore finale: qual’è il punto vendita più vicino in cui posso trovare il mio capo preferito?
- app/sito e-commerce, ovvero applicativi di vendita online evoluti, in cui l’integrazione fra punto vendita fisico e virtuale non è più un’utopia.
Il fast fashion è tagliato per internet
Insomma, al netto delle possibili oscillazioni del mercato, il fast fashion pare proprio tagliato per internet e destinato a creare figure professionali innovative.
Lo richiede la velocità della catena di supply chain, l'importanza di elaborare informazioni dati storici ai fini della produzione e la necessità generale di sbagliare il meno possibile in un mercato complesso e sempre in evoluzione, dove un domani alla saturazione dei "big" potrebbero corrispondere interessanti prospettive per aziende emergenti.
Fino ad ora le aziende hanno pensato a raccogliere i Big Data: adesso è necessario imparare a leggerli. Alcune di esse hanno già iniziato a farlo. Eccome!
MB
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