Il WIFI in albergo: viva Barcelona e viva l'Italia

Mi trovo a preparare mente e valigia per il secondo weekend lungo dell'anno in una capitale europea, dopo un periodo di lavoro molto stressante da un punto di vista operativo e prima di un altro momento che si preannuncia tosto a livello strategico e commerciale. Io e la mia famiglia ci concediamo un paio di viaggi l'anno, in periodi non troppo freddi, con tanta voglia di camminare nei piedi ma anche l'attenzione al portafoglio: certo, non è che io e mia moglie ci divertiamo a portare una bimba di 4 anni nelle peggiori bettole della città, ma certamente il rapporto qualità/prezzo è la prima cosa che guardiamo nella scelta della struttura alberghiera. Condizioni base, vicinanza a luoghi di interesse, WIFI.

Tra qualche giorno arriveremo a Barcellona, che non è capitale europea per un puro fatto amministrativo ma certamente è città ricca di divertimenti, passione, cultura. Ci sono stato a fine anni '90 in vacanza con gli amici, certamente oggi sarà cambiata ma già allora ricordo una città difficile e modernissima, forse per le vicine Olimpiadi che contribuirono a modificarne il volto in meglio. Non starò a dilungarmi qui su cosa mi aspetto e ho pianificato di fare: per questo ci sono eccellenti blog di viaggi come Esterofili e se poi si va nello specifico di argomenti come "Barcellona con bambini" vi consiglio di aspettare qualche settimana per avere il resoconto su KeVitaFarelamamma. A me qui interessa concentrarmi sul tema WIFI e servizi tecnologici in generale: in fin dei conti sono un Digital Champion.

Ho incensato il WIFI di Londra in un altro post: non so se a Barcellona sarà così ma di certo ho scelto la struttura alberghiera dove alloggeremo anche per la rete WIFI. Per me è una condizione necessaria, un servizio base come il bagno in camera: se fosse stato assente oppure a pagamento sarei andato su altro. Nell'ultimo weekend prima della partenza, mentre pensavo se mettere in valigia un giubbotto di pelle o il piumino ultralight, mi sono fatto il solito giro su Twitter ed ho trovato l'ennesimo articolo che mette l' Italia all'ultimo posto nella classifica di servizi tecnologici: manco a farlo apposta, il focus è sulla media degli alberghi italiani che non riesce a proporre un'offerta adeguata sul WIFI.

Il quadro, a quanto pare anche in strutture medio-alte, è abbastanza sconcertante per un paese che dovrebbe fare del turismo una delle prime fonti di reddito: connessioni a pagamento, a singhiozzo, oppure inesistenti. Ancora una volta pare che siamo di fronte ad una scarsa considerazione del servizio internet da parte degli esercenti italiani, tutto questo nonostante la domanda da parte del consumatore ci sia e siano sempre di più quelli che come me che scelgono un hotel o un B&B anche in base all'erogazione del WIFI.

Come Digital Champion sento questo argomento in modo particolare: anche se so benissimo che nell' "esercito" dei DigC italiani ci sono colleghi che sul turismo e le strutture alberghiere ne sanno ben più di me, di certo posso dire che anche qui il cambio di passo deve essere mentale e culturale.

L'erogatore di servizi prima di essere albergatore o produttore di moda è un cittadino italiano, che deve percepire nel quotidiano l'importanza e l'utilità di avere un WIFI a disposizione per questioni che vadano oltre l'aspetto ludico: servizi, transazioni, utilità. Se questo manca nell'immaginario collettivo, come può essere trasferito nelle attività private?

Immagino già la sera a Barcellona, quando rientreremo in camera stanchi dopo giornate a passeggio in una città piena di attrazioni: io a guardare online se c'è una strada veloce per arrivare al Camp Nou senza condizionare mia moglie che non ha tutta questa religione sul calcio, lei a scrivere appunti per il suo post sui bimbi in Catalogna mentre carica le foto scattate di giorno su tutti i social. Non contiamo poi (e mi tocco senza ritegno le parti basse) se dovessi avere problemi di lavoro: con una VPN in un attimo potrei essere in ufficio a Bologna. L'albergo con un ottimo WIFI può arrivare a compensare i piani tariffari degli operatori telefonici, mai troppo convenienti nel nostro caso se si è all'estero: di giorno non si può pensare di uploadare e condividere tutto in tempo reale con la sola connessione dati, perché basterebbero un paio di foto in alta definizione della Sagrada Familia su Facebook per seccare il credito.

Il WIFI di Londra mi colpì non solo per la sua reperibilità in ristoranti, pub e luoghi d'interesse (operazione di marketing fondamentale se vengono postati commenti positivi in tempo reale su TripAdvisor o Facebook), ma anche per la velocità della connessione nella struttura alberghiera dove alloggiavamo. Vi sto parlando di un normale affittacamere pakistano di Hammersmith, non il mega hotel 5 stelle di Chelsea che non potrei permettermi. Era però bellissimo pianificare i viaggi, guardare gli itinerari o semplicemente cazzeggiare la sera da letto: in un caso, abbiamo fatto anche una videochiamata su Skype ai nonni, con una bimba di 4 anni che iniziava a scoprire le mille luci di una città stupenda, come ce ne sono mille se non di più in Italia. Perché vogliamo togliere (o limitare) l'opportunità ad una Lucia danese, cinese o australiana di dire in tempo reale ai parenti dall'altra parte del mondo quanto è bella la campagna marchigiana, le coste della Calabria o i castelli gattopardiani del mezzo della Sicilia? 

Non so quanto il WIFI in albergo sarà buono a Barcellona, magari beccheremo male, intanto posso dire che lo stesso articolo di Repubblica mette la Spagna addirittura più in alto del Regno Unito sull'erogazione di questo tipo di servizi. Spero che a breve anche l'Italia possa smettere di lottare per la retrocessione, al solito le carte in regola ci sono tutte: piano sulla banda larga approvato da chi ci governa, rete di Digital Champions, una crisi lunga che ha fatto crollare tante certezze e fatto rimboccare le maniche a molti.

E allora, crediamoci. Viva Barcelona! Ma anche viva l'Italia.

MB

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